Al mare di Ischia, fra parchi termali, spiagge da godere e piccoli borghi

Eclettica, selvaggia, vivace: ecco alcuni dei tantissimi pregi di una vacanza (fatta anche di benessere) sull’isola verde

  • La Verità
  • 14 Jul 2024
  • di ELENA LURAGHI

■ «Ischia in on the map», dicono gli americani, mettendola nell’elenco delle mete da non perdere dell’estate. Per anni nelle vacanze dei ricchi turisti d’oltreoceano esisteva solo un’altra isola, Capri, ma come la vita anche i viaggi sono una giostra, le mode vanno e vengono e oggi alla mondanità molti preferiscono il fascino discreto di posti meno noti. Vale per loro, ovviamente, perché noi quest’isola verdissima a un’ora di aliscafo da Napoli la conosciamo bene, con le sue fumarole e le sue fonti d’acqua termale dalle proprietà terapeutiche, i borghi color pastello a un passo dal mare, i sentieri fra gli ulivi e i vigneti sulle pendici vulcaniche del Monte Epomeo, la cima più alta.

Da lì nelle giornate limpide la vista è spettacolare, si vedono Capri e Procida, i Campi Flegrei e la silhouette del Vesuvio, che per gli ischitani però non è un buon segno ma un radar del cattivo tempo che si avvicina: «quando la forma del vulcano è nitida arriva la pioggia», raccontano al Botania Relais & Spa, un hotel da fuga alle porte di Forio, nascosto nel verde della vegetazione (www.botaniarelais.com). Qui le camere hanno il giardino privato o le terrazze vista mare, ma la vera esperienza sono i ristoranti capitanati dall’executive chef Tommaso Luongo, ischitano doc cresciuto alla scuola dei grandi stellati, da Pasquale Palamaro a Ferran Adrià. Nel piatto mette solo materia prima locale e i prodotti dell’orto, che al Botania sono addirittura tre, come i ristoranti: «A Nonna Marì serviamo la cucina di una volta, Il Corbezzolo mescola tradizione e innovazione, Il Mirto è nostra la punta di diamante, con una proposta esclusivamente vegana e vegetariana», racconta.

Vengono da tutta l’isola per assaggiare i menu dall’esplosione sensoriale dell’unico ristorante premiato con la stella verde Michelin, contendendosi i tavoli in terrazgioino za che dopo il tramonto si accende di mille lucine. È la bellezza dei posti speciali: elegante nei rifugi a cinque stelle, autentica e selvaggia nell’entroterra, poetica nei paesini lungo la costa, da visitare con spirito flâneur a caccia di suggestioni e scorci instagrammabili. La passeggiata dal Porto a Ischia Ponte è un obbligo, tra vicoli, chiese, barche di pescatori e la cartolina del Castello Aragonese, l’antico maschio Antrasformato nel XV secolo da Alfonso I d’aragona in una fortezza imponente al termine di una passerella di pietra circondata dal mare. Forio è un intrico di vicoli e piazzette dall’anima mediterranea, non lontano i Giardini Ravino vantano una delle più vaste raccolte di succulente d’europa.

E all’estremità opposta dell’isola, un sottile istmo di sabbia collega alla terraferma Sant’angelo, il romantico borgo di pescatori con due file dirimpettaie di ombrelloni colorati e un mosaico di vicoli e case bianche dove la vita scorre a ritmi lenti. Ci si arriva zigzagando lungo strade piene di curve e di belvedere pazzeschi, sfiorando i paesini dell’entroterra – Buonopane, frazione di Barano, merita una sosta per il murales maiolicato dedicato alla tradizione contadina e la danza popolare ‘ndrezzata e ‘a vattut e l’astec – e spiagge che sono un invito continuo a stendere l’asciugamano.

A differenza di Capri, con gli scogli ruvidi a tratteggiare l’orizzonte, Ischia infatti ha un profilo delicato, di sabbia dorata. Quella dei Maronti vicino a Sant’Angelo, lunga tre chilometri, oppure i lidi di Citara e della Chiaia nei dintorni di Forio, mentre a Casamicciola Terme c’è la spiaggia della Marina e a Lacco Ameno quella di San Montano: una mezzaluna abbracciata da rocce dipinte dalla vegetazione sulla quale si affacciano le terrazze del Negombo, il parco termale e botanico iscritto nell’elenco dei Grandi Giardini Italiani.

Non lontano da lì, un altro luogo speciale, Villa Arbusto, racconta del passato e del presente di Ischia: era la casa di Angelo Rizzoli, che negli anni Cinquanta aveva eletto l’isola a buen retiro di artisti, scrittori, attori, teste coronate. Oggi quell’architettura bianca accoglie due musei, uno dedicato all’editore, pieno di foto e memorabilia di quegli anni da «Dolce Vita», l’altro archeologico, dove è custodita la preziosa Coppa di Nestore dell’VIII secolo. Imperdibili, come anche i Giardini Poseidon, complesso idro-termo-terapico di oltre venti piscine affacciate sulla Baia di Citara: un po’ fun e un po’ wellness, di sicuro spettacolare. Proprio come l’isola.