L’arco-in-cielo

L’arco-in-cielo

di Arnaldo Pomodoro

'Statement' per una scultura posta nel parco

Il primo eccezionale stimolo per un arco mi è venuto da Castellamonte (Ivrea) nell'estate ‘95 in occasione della Mostra della ceramica. Sono stato interessato perché Castellamonte è famosa per una tradizione vecchissima di fabbricazione delle ceramiche: infatti il terreno, qui, una volta cotto diventa durissimo ed è in grado di resistere al tempo. Mi sono recato sul posto e poi, una volta tornato nel mio studio, ho avviato un mio progetto con formelle in gesso da me preparate: e gli artigiani sono stati così abili da trasferire le mie «scritture» (che, come si sa, mi sono state anzitutto ispirate da quelle del mediterraneo arcaico, sumerico) nelle loro terrecotte.

Va anche detto che l'esposizione della ceramica avviene all'interno delle mura antonelliane del paese. Alessandro Antonelli fu infatti incaricato nell’ottocento di costruire la chiesa, di cui sono rimaste solo le mura. Per questo ho pensato a una porta e ne è venuto un arco.

A me pare oggi che tale curvatura di arco larghissimo (l0 metri di base per 5 in altezza) debba accamparsi non tanto fra gli edifici, ma fra gli alberi quasi competendo con la loro altezza in un parco, nel cielo, col suo valore di porta spalancata» e quindi i miei primi moti progettuali si sono piuttosto riferiti all'ambiente del Negombo, da me frequentato già da molti anni. A Castellamonte mi hanno generosamente dato la possibilità di realizzare un’altra versione. Ero già a conoscenza del lavoro del paesaggista Ermanno Casasco nel Negombo (con lui ho lavorato anche in altri luoghi).

Ho offerto alla direzione e agli amici del Negombo il secondo arco nel giusto riconoscimento al lavoro svolto in quel paesaggio. Le due versioni sono insieme simili e diverse. Quella del Negombo realizzata da Roberto Perino nel suo laboratorio di Castellamonte, dove si producono le famose stufe è di colore diverso, perché «L’arco-in-cielo» è qui di terracotta con l'aggiunta di ramina che protegge la terracotta dalle intemperie e dalle tempeste di sabbia e dalle infiltrazioni saline.

La differenzialità specifica di questa nuova scultura in 31 piastrelle o mattonelle (come i giorni di agosto) ha però più aspetti: anzitutto quello tecnico che ho già precisato. Inoltre, nel meraviglioso parco idrotermale e artistico, viene a disegnarsi, con la presenza dell'arco e del colore, un segmento verde che dà un senso più ampio di quello estetico e monumentale: perché raccoglie e svolge propriamente lo «spirito del luogo».