Cipresso Mediterraneo(cupressus sempervuivrens)

Sono il cipresso, un albero dalle caratteristiche davvero insolite, capace di presentarmi sotto due forme molto diverse. La mia varietà originaria, chiamata horizontalis, è menzionata persino nella Bibbia. Vengo dal Mediterraneo orientale e dal Vicino Oriente, dove si possono ancora trovare alcuni dei miei esemplari selvatici. Con la mia forma antica, raggiungo un’altezza tra i 30 e i 50 metri, con una chioma larga e robusta, e rami nodosi che si estendono orizzontalmente.

Esiste però un’altra varietà di me, la stricta, che ha una forma fastigiata, con i rami che crescono quasi verticalmente, paralleli al tronco. Questa versione più slanciata è stata probabilmente selezionata dagli antichi Romani come pianta ornamentale e oggi mi si può trovare in molti paesaggi grazie alla propagazione per talea.

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Sono particolarmente diffuso nel Mediterraneo e abbellisco il sud della Francia e la Toscana in Italia. Nei Giardini di Boboli, a Firenze, i miei cipressi stricta si allineano come sentinelle lungo un viale storico di 300 anni fa. Le mie foglie sono piccole, scure e tozze, con una struttura a scaglie bianco-grigia, perfettamente adattate a condizioni di luce intensa e siccità.

Ho fiori sia maschili che femminili sullo stesso albero, e il vento è il mio principale alleato per l’impollinazione. A prima vista, i miei fiori maschili, con strisce giallo chiaro e marrone, assomigliano a uno sciame di api. Una volta fertilizzati, i miei coni femminili diventano grigio argento, simili a noci. A fine autunno, le loro scaglie si aprono per liberare i semi, anche se alcuni restano serrati come precauzione contro gli incendi, pronti a diffondersi quando il pericolo è passato.

Il mio legno resinoso era molto apprezzato dagli antichi Egizi, che lo usavano per costruire sarcofagi e forzieri resistenti agli insetti. Sono legato anche all’isola di Cipro, che ha dato il nome sia a me che al rame. Le miniere di rame dell’isola erano strategicamente importanti per i Romani, che chiamavano questo metallo “des Cyprium”, ovvero “metallo di Cipro”, da cui derivano le parole cyprum e cupram, che ancora oggi riconosciamo nel simbolo chimico del rame, Cu.

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Al Negombo furono inizialmente introdotti nelle balze negli anni ‘50 dal Duca Luigi Silvestro Camerini, ma la zona venne poi abbandonata per diversi anni, lasciandola inselvatichire e perdendo il controllo del territorio. In questo periodo morirono tutti i cipressi. Fu Ermanno Casasco a reintrodurli, partendo dal promontorio dietro la piscina Maya, dove la loro presenza si integrò con il disegno della piscina. Seguendo una regola tipica del paesaggismo (“non piantare uno, piantane cento!”), negli anni i cipressi sono comparsi ovunque nelle balze, segnando con decisione il paesaggio dal basso verso l’alto. Gli alberi, acquistati da Ermanno presso il vivaio Vezzosi di Pistoia, ora si trovano non solo attorno alla piscina Maya, ma anche come cornice del Templare e intorno alla zona Nesti.