Corbezzolo (arbustus uned)

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Sono il corbezzolo, un arbusto sempreverde originario del Mediterraneo occidentale, che oggi puoi trovare in tutta la regione. Si pensa che io sia stato portato, volontariamente o per caso, dai navigatori del Neolitico, magari insieme a qualche piccolo passeggero come il toporagno pigmeo, con il quale condivido un curioso legame genetico. Insomma, siamo vecchi viaggiatori!

Ho un aspetto piuttosto affascinante, direi. Posso crescere fino a 12 metri di altezza, con un tronco ricoperto da una corteccia rossastra che si sfalda, mettendo in risalto il mio fogliame sempreverde e vivace. Durante l’autunno, quando gran parte della natura si addormenta, io invece fiorisco: i miei piccoli fiori bianco panna o rosati spuntano in gruppetti, come tante piccole mongolfiere sospese. Il loro profumo dolce riempie l’aria e attira le api, offrendo loro nettare in un periodo in cui la disponibilità è piuttosto scarsa.

I miei frutti sono altrettanto intriganti. Ci mettono cinque mesi per maturare, e quando sono pronti, li vedi rotondi e di un bel rosso acceso, simili a piccoli litchi. Ma attenzione, perché non sempre sono così buoni come sembrano. La loro polpa è morbida, di un bel giallo dorato, ma al palato posso risultare un po’ deludente, con una consistenza farinosa e un sapore che ricorda vagamente pesca o mango, ma in modo così tenue da sembrare quasi insapore. Forse è per questo che gli antichi mi chiamavano “unedo,” che significa “ne mangio solo uno,” come suggeriva Plinio il Vecchio.

Photo by Olivier Rouge / Unsplash

Nonostante tutto, posso diventare più gustoso quando i miei frutti sono molto maturi, tanto da iniziare a fermentare. A quel punto, un leggero tocco alcolico li rende più interessanti. In effetti, in Portogallo, i contadini hanno usato i miei frutti per produrre un liquore forte chiamato “Aguardente de Medronho.” Un modo davvero ingegnoso per trasformare ciò che sembra insipido in qualcosa di speciale!

Così, anche se non sono celebre per i miei frutti su larga scala, posso dire che il mio fascino e il mio legame con la natura mi rendono unico e prezioso.

Al Negombo di Ischia è dapertutto, tipico dei  boschi ischitani , è stato gioco facile introdurlo in quasi tutte le zone, dalla zona termale alle balze; Un esemplare molto particolare a tronco rosso si trova all'ingresso, preso da Ermanno Casasco. in una delle Ipomee e rimasto un caso unico.