Giardini d'ombra -Rassegna di giardini - il punto di vista di Ermanno Casasco

Giardini d'ombra -Rassegna di giardini - il punto di vista di Ermanno Casasco

di Laura Pirovano (estratto dal libro Giardini d'ombra edito da LDN)

Ermanno Casasco è un paesaggista globetrotter e nella sua lunga carriera ha progettato e realizzato giardini, parchi e terrazzi in quasi ogni habitat del mondo, in una sorta di "circumnavigazione della terra. Ha quindi potuto conoscere contesti climatici e ambientali assai differenti che gli hanno consentito di sperimentare in continuazione il comportamento delle piante ma anche di osservare le tante variazioni di luci e ombre. Ma con l'umiltà dei veri grandi paesaggisti Ermanno ci confessa «Ho realizzato che da 50 anni di lavoro e di esperienza sul campo, non posso dire di conoscere a fondo il mondo vegetale, perché continua a sorprendermi»

L'ultima esperienza, iniziata circa 5 anni fa, è stata all'arcipelago delle Maldive dove ha potuto scoprire come «le ombre in questi atolli bianchi sono profondamente diverse da quelle proiettate sul verde dei prati o sulla terra. È davvero sorprendente il contrasto tra la tonalità chiarissima della sabbia e lo scuro delle ombre proiettate dalla vegetazione: un mondo in bianco e nero, come l'ombra proiettata dalla luna che in quei cieli così tersi ha una intensità di bianco e nero molto più accentuata».

«La molteplicità di climi e di habitat che presenta il nostro Paese è stata la mia scuola e, in particolare, l'esperienza ligure, che mi ha insegnato come sia piacevole e possibile poter realizzare giardini anche in inverno», così ha esordito Casasco in occasione della presentazione della sua autobiografia: Di un giardiniere errante pubblicata nel 2014 sottolineando come questo mestiere sia molto bello ma anche molto faticoso a smentire l'immagine un po' retorica del paesaggista che lavora nel piacevole contesto della natura. Nel suo piccolo prezioso libro autobiografico, il paesaggista così ci racconta come ama sperimentare la vegetazione «Nel corso dei miei viaggi incontro nuove specie, osservo come e dove vivono per cercare le affinità climatiche che ne consentano l'utilizzo nei miei nuovi giardini».

Sono andata a trovare Ermanno Casasco nel suo studio per raccogliere le sue suggestioni e i suoi consigli sull'ombra nel giardino.

Quali sono per te le principali suggestioni dell'ombra?

L'ombra mi rievoca i boschi di castagni dell'Appennino emiliano dove ho trascorso la mia infanzia.

In quell'epoca i contadini aveva no una preziosa cura di questi luoghi che tenevano puliticome parchi per agevolare la raccolta dei frutti, Purtroppo oggi sono incolti e tutti coloro che sono nati dopo gli anni cinquanta del 900 non hanno potuto scoprire la magia di questi luoghi. Il bosco, come io lo ricordo, è gioioso, trasparente e luminoso con un ombra che non è mai troppo cupa. Al Negombo uno dei progetti a me più cari e in continua evoluzione, ho avuto la possibilita di far rinascere il bosco della mia memoria, disegnando, intorno ai fitti arbusti, radure che io considero il primo giardino costruito dall'uomo divenuto stanziale intorno alla propria casa. Tra radure e boschi si creano que bellissimi giochi di luce e ombra che io trovo particolarmente suggestivi. Sono affascinato dai color che caratterizzano l'ombra: ad esempio quella delle foglie colorate, dal giallo, al rosato, al verde scuro, che sono particolarmente interessanti se si guarda un albero dal basso verso l'alto in controluce.

Poi c'è il fascino dell'ombra proiettata dalla luna che è in bianco e nero.

I blu, in una zona ombreggiata sotto le chiome degli alberi rende più intensa l'ombra, che sembra quasi attraversata da un raggio di luce se accostiamo dei bianchi, colore che al contrario sembra quasi spegnersi alla luce del sole facendoci apparire i fiori come foglie secche.

Peccato che nei giardini contemporanei, ricchi di graminacee e di erbacee perenni, scarseggino gli alberi che ci regalano zone ombreggiate e, d'altra parte, in città gli alberi hanno lasciato per lo più lo spazio, come fattori di ombra, ai grattacieli!

Come entra l'ombra nei tuoi progetti di giardini?

Per me è essenziale, nella progettazione, prevedere e "guidare", in un certo senso, i giochi di luce e ombra e orchestrarne la cadenza. Infatti come primo passo nel processo di ideazione io osservo dove sorge il sole e valuto la qualità della luce, la sua direzione, il suo movimento, il suo colore e parto da questo per delineare la mia composizione. Un giardino deve essere studiato non solo perché offra elementi di interesse nelle diverse stagioni, ma anche perché sia godibile e percepibile nei suoi minuti mutamenti durante le ore della giornata. Il sole deve entrare nel giardino come una sorta di "spot" luminoso. I miei giardini, non essendo grafici ma tutti giocati su spazi, volumi e giochi di luce e di ombra, sono molto difficili da fotografare perché risultano o troppo scuri o sovra esposti. Il motivo per il quale i giardini inglesi vengono così bene nelle immagini fotografiche è proprio perché non sono quasi mai assolati e allora il colore bianco delle fioriture diventa l'unica fonte di luce. Normalmente io non poto gli alberi ma mi limito a ripulirli dai rami interni più piccoli, in modo da conservare la forma naturale della chioma e da ottenere nel contempo l'ombra nel periodo estivo e il caldo in quello invernale. Sotto chioma trovo particolarmente interessante inserire foglie lucide che possono riflettere il sole (come ad esempio il Viburnum lucidum).

Un altro elemento che mi affascina è il profumo dell'ombra che scaturisce da molti arbusti come ad esempio la Sarcococca spp. nei climi freddi o la Murraya spp. nell'ambiente mediterraneo.

Ci puoi raccontare alcuni dei tuoi progetti nei quali ha giocato in modo particolare con le atmosfere e le suggestioni dell'ombra?

Il primo esempio riguarda un giardino che ho realizzato sulla costa frastagliata che va da Smirne a Bodrum, in una superficie di circa 10 ettari, metà collinare e metà paludosa. L'intervento ha comportato il risanamento dell'intera area creando un parco con zone a uliveto e inserendo, nella parte residenziale, più di 600 cipressi come frangivento che, con le loro ombre, creano bellissimi disegni sul prato e una macchia mediterranea composta da piante che io uso frequentemente (come pino domestico, falso pepe, corbezzolo, mirto, lentisco, rosmarino, pitosforo nano) e qualche essenza non autoctona come Callistemon, Bouganvillea e Lagerstroemia. In questo modo il progetto ha unito il giardino al paesaggio circostante costituito da boschi con vegetazione spontanea. Sempre in Turchia, a Instanbul, ho realizzato un giardino che nella parte residenziale si sviluppa verso il Bosforo sul quale si affaccia l'abitazione e nella zona d'ingresso si estende verso l'interno del paesaggio. La forma rettangolare dello spazio consente di percepire interessanti variazioni di luce e ombra durante le ore della giornata. Da un lato il giardino prende tutto il sole del mattino, mentre nel pomeriggio il sole si sposta sull'altro lato e a mezzogiorno è perpendicolare alla lunga linea a prato con piscina che si forma tra i due lati boschivi.

In questo caso, essendo il contesto climatico di Instanbul più continentale, ho utilizzato prevalentemente vegetazione proveniente dai vivai pistoiesi come sugheri, canfore, camelie e cipressi.

Esistono a tuo avviso degli accorgimenti per indirizzare le ombre nel giardino?

La regia dei giochi di luce si ottiene non solo scegliendo molto bene la collocazione degli alberi ma anche indirizzandone la forma: rendendo più trasparente la chioma per aprire squarci di luce attraverso le fronde ed eliminando i rami più bassi, sia per ottenere un effetto di maggiore verticalità attraverso la vista del tronco pulito, sia, soprattutto, per creare l'ambiente adatto alla vegetazione sottostante. Si tratta, inserendo opportunamente le piante, di orchestrare una scenografia di vuoti e di pieni, di luci e di ombre utilizzando, ad esempio, l'ombra che filtra dagli alberi per disegnare il prato. Ogni albero, per la sua struttura, origina una particolare forma di ombra, ora più allungata, ora più bassa, ora più drammatica, ora più leggera.

Si pensi ad esempio all'ulivo che disegna ombre delicate, trasparenti, luminose e per converso all'ombra bassa e intensa di una Cryptomeria japonica 'Globosa nana' Diventa allora essenziale, nella composizione del giardino, conoscere e prevedere le diverse forme che assumono le ombre degli alberi. Un altro elemento molto importante su cui gioco nei miei progetti è la movimentazione del terreno; questo mi consente di trasformare le ombre da statiche a movimentate lungo un percorso che segue i le pendenze disegnate in maniera dolce e naturale.

Osservando i palmeti delle Hawaii, ho capito ad esempio come sia importante nell'utilizzo delle palme trasformarne l'ombra un po' rigida del tronco in un ombra frastagliata che ne valorizza l'architettura frangiata delle fronde.

La presenza di un terreno ondulato intorno agli alberi dà ritmo al giardino, lo rende meno monotono e, appunto, anima le loro ombre.

In un giardino a Bordighera, realizzato parecchi anni fa, canalizzando le acque sono state create intorno agli alberi delle ondulazioni e in tal modo le ombre dei tronchi e delle chiome proiettate sul prato vengono percepite tutte mosse, anziché diritte come pali della luce.

Un altro elemento molto importante nel giardino d'ombra è l'acqua ferma, che in qualche misura, parafrasando un detto cinese, dà al giardino ciò che gli occhi danno al viso: luminosità, profondità, vivacità e vita.

Quali le suggestioni dell' ombra nel giardino mediterraneo?

Nel giardino mediterraneo l'ombra può diventare la protagonista di paesaggi suggestivi e teatrali; ne è un esempio la scenografia di stile tropicale che ho creato in un angolo del Parco di Minoa, vicino a Marsala, dove ho introdotto una cascata d'acqua che scorre lungo una parete di blocchi di tufo naturale per cadere su un letto di aralie, felci e vegetazione lussureggiante disposta in vasche sottostanti.

L'ombra mediterranea non è mai cupa, ma al contrario è sempre un poco luminosa. Le foglie sottili e trasparenti dei pini marittimi procurano un'ombra filtrata che lascia crescere sotto chioma un sottobosco sempreverde che costituisce una trama strutturale. Penso tra gli altri ai lentischi, ai cisti, ai corbezzoli, tutti arbusti che tollerano bene suoli asciutti e ombreggiati.

Nell'ambiente mediterraneo l'ombra è una componente fondamentale nella trasformazione del giardino durante le ore del giorno donando chiaroscuri e differenti angolazioni che solo il forte sole di queste parti può dare.