Gennaio: Non è vero sia un mese di riposo per chi ama il giardino

Gennaio: Non è vero sia un mese di riposo per chi ama il giardino

Illustrazioni Worthington George Smith e  George Shayler

Non è vero che gennaio sia un mese di riposo per chi ama il giardino, nonostante quello che dicono i manuali di giardinaggio. A quanto pare, gennaio è il momento ideale per “coltivare il tempo”. Ma la verità è che il tempo è sempre fuori controllo: o fa troppo caldo, o troppo freddo. Se la media stagionale prevede certe temperature, puoi scommettere che sarà o cinque gradi sopra, o cinque gradi sotto. Stessa cosa con la pioggia: o piove troppo o troppo poco. Per non parlare della neve, che arriva sempre a sproposito o in quantità assurde.

Se anche chi non se ne intende di giardinaggio si lamenta del tempo, immaginate me, giardiniere che vive per le sue piante! Se cade poca neve, già mi preoccupo che non sarà abbastanza per proteggere il terreno. Se ne cade troppa, immagino le mie piante coperte e schiacciate sotto il peso del gelo. Se non nevica per niente, vado in ansia per le gelate notturne. E se, appena nevica, arriva il disgelo con quei venti terribili, che non solo sciolgono tutto ma sparpagliano anche il pacciame, mi viene da maledire l’intera stagione.

E poi, in gennaio, quando il sole si fa coraggioso e splende per un paio di ore, mi metto subito le mani nei capelli: “Oddio, gli arbusti cominceranno a fiorire troppo presto!” Se invece piove troppo, temo per le piante più delicate, quelle alpine. E se il clima diventa secco, mi preoccupo per la calluna e le camelie che potrebbero risentirne. Insomma, basta poco per far diventare gennaio un mese di ansia per chi ama il giardino. Mi basterebbero 0,9 gradi sotto zero, un po’ di neve soffice, cielo coperto e venti leggeri. Ma, si sa, nessuno ci chiede mai come vorremmo che fosse il tempo!

Il peggio arriva quando la terra si congela davvero. È come se diventasse una lastra di cemento. Ogni notte le radici soffrono di più, strette in quel terreno gelido. Mi immagino i germogli che ho piantato in autunno congelati, come se il loro potenziale fosse intrappolato sotto strati di ghiaccio. Se solo potessi, vestirei io stesso le piante: darei il mio cappotto all’agrifoglio, metterei i miei pantaloni al ginepro, e, perché no, la mia sciarpa alla gardenia. Ma cosa potrei fare per i piccoli fiori come le viole o i ranuncoli? Forse potrei cedere anche i calzini, ma dubito che servirebbe a molto.

Un metodo per “cambiare” il tempo c’è: basta prendere la decisione di indossare gli abiti più caldi, e il giorno dopo, sicuro come l’oro, il clima diventerà mite. Oppure organizza una gita sulla neve con gli amici, e magicamente inizierà il disgelo proprio quel giorno. Non importa se il meteo prevede una gelata storica: l’istante in cui qualcuno scrive un articolo sui meravigliosi paesaggi innevati, fuori inizia a piovere, e il termometro segna otto gradi sopra zero.

In gennaio, l’unica “fioritura” che posso aspettarmi sono i disegni di ghiaccio sulle finestre. Quei “fiori” che si formano sui vetri quando fuori è freddo e dentro l’aria è abbastanza umida. Più umidità c’è, più elaborati diventano i motivi, e ovviamente sono più comuni nelle case dove le finestre non sigillano bene. Quindi sì, in un certo senso, i fiori di ghiaccio crescono meglio nelle case meno curate, perché lì gli spifferi fanno da concime! Curiosamente, questi fiori non sono veri fiori: sono più simili a foglie. Ricordano le foglie dell’insalata riccia, del prezzemolo, o magari le fronde di una felce. A volte sembrano persino gli aghi di un pino, ma, alla fine, non producono mai un vero fiore.

Quindi sì, anche a gennaio si può dire che i giardinieri “lavorino”. Dicono che il gelo aiuti il terreno a sbriciolarsi, ma provate voi a lavorare un terreno gelato! Il primo giorno dell’anno prendo la vanga, e dopo vari tentativi rompo solo l’attrezzo contro la terra dura come una pietra. Provo con la zappa? Niente da fare, mi si rompe il manico. Alla fine, prendo il piccone e riesco solo a rovinare i bulbi di tulipano piantati con cura in autunno.

La dinamite sarebbe una soluzione? Forse, ma di solito i giardinieri non ne tengono in casa. Alla fine, decido di lasciar fare al disgelo. Quando finalmente il terreno si ammorbidisce un po’, corro subito fuori, solo per scoprire che tutto quello che riesco a portare a casa è uno strato di fango attaccato alle scarpe. Ma nonostante tutto, torno in casa con un sorriso, felice che la terra si stia “preparando” per la primavera.

Nel frattempo, posso sempre mettermi a mescolare terriccio e preparare le vaschette per le nuove piantine. Ma in cantina ci sono solo carbone e legna, e tra una cosa e l’altra, lo spazio per il giardinaggio sembra sempre troppo poco!