I quaderni del giardino: Marzo A) quello che il giardiniere sogna di fare, e B) quello che finisce realmente per fare, viste le circostanze.
Illustrazioni Worthington George Smith e George Shayler
Se vogliamo descrivere marzo dal punto di vista di un amante del giardinaggio, dobbiamo fare una distinzione chiara tra due concetti:
A) quello che il giardiniere sogna di fare, e B) quello che finisce realmente per fare, viste le circostanze.
A) Nella sua testa, il giardiniere ha già un piano ben definito: vuole togliere le protezioni invernali dalle piante, rigirare la terra, fertilizzare, aerare, dissodare. Ha in mente di piantare nuovi germogli, trapiantare, fare talee, annaffiare ovunque, concimare e liberare il terreno dalle erbacce. Vuole osservare da vicino i boccioli in fiore, sentire l’odore della terra bagnata e godere dei primi raggi di sole. Si immagina immerso nella natura, attivo e instancabile, con la vanga in mano e il sudore sulla fronte, mentre il giardino fiorisce sotto le sue cure attente. È una visione idilliaca, in cui ogni momento è dedicato a rendere il giardino un piccolo paradiso.
B) La realtà, però, racconta una storia diversa. Il terreno è ancora gelido, e il nostro giardiniere si trova spesso costretto a guardare fuori dalla finestra con frustrazione. Quando non è la neve a fermarlo, è il freddo pungente che tiene tutto bloccato. E se non bastasse, la vita quotidiana si mette in mezzo: una visita improvvisa dal medico, commissioni urgenti o imprevisti di ogni genere che gli rubano il tempo. Invece di vangare e seminare, passa i giorni ad attendere che la primavera arrivi davvero, mentre ogni occasione di lavorare nel giardino sembra sfuggirgli.
Così, il giardiniere inizia a maledire il meteo con un vocabolario colorito: “gelo assassino”, “vento gelido”, “neve maledetta”. Se potesse, dichiarerebbe guerra all’inverno con tutti i mezzi a sua disposizione, come se fosse una battaglia da combattere armato di pale e rastrelli. Ma l’unica arma che ha è la pazienza, e ogni sera attende con ansia il bollettino meteorologico, sperando che arrivi presto una buona notizia.
I vecchi detti popolari sono sempre stati la bussola dei giardinieri. “Marzo, dietro la stufa mi piazzo”, “San Giuseppe sega il ghiaccio”, sono frasi che ascolti da sempre. Anche se possono sembrare superate, rispecchiano una lunga tradizione di inverni lunghi e primavere che si fanno attendere. E nonostante queste difficoltà, il giardiniere continua a prepararsi con ottimismo, anno dopo anno, per il ritorno della bella stagione.
C’è poi un gruppo di personaggi che ogni giardiniere conosce: gli “Esperti del Tempo”. Questi veterani del clima, in ogni primavera, non mancano mai di dire che “una stagione così non l’hanno mai vista”. Se fa freddo, ricorderanno come, anni prima, a febbraio c’erano già le violette. Se fa caldo, racconteranno che decenni fa, a San Giuseppe, si andava ancora in slitta. Insomma, il tempo cambia sempre, e nessuno può farci nulla.
Alla fine, non resta che accettare la situazione. È marzo inoltrato e la neve ancora ricopre il giardino, e il giardiniere può solo sperare che le sue piante resistano a questo lungo inverno.
Un vero giardiniere si riconosce subito, anche quando è fuori dal suo habitat naturale. Che si tratti di un evento sociale, di una sala d’attesa o di un incontro casuale, la conversazione prima o poi ricadrà sempre sul tempo, sulle piante, sulle piogge e sulle strategie per affrontare le sfide del giardino. Anche se vestiti di tutto punto, due giardinieri possono sembrare uomini d’affari, ma nella loro mente sono già nel giardino, con le mani nella terra e l’annaffiatoio in mano.
Quando un orologio si ferma, lo porti dall’orologiaio per ripararlo. Se un’auto si guasta, apri il cofano e chiami il meccanico. Ma quando si tratta del tempo, non c’è nulla da fare. Nessuna azione umana può accelerare il risveglio dei germogli o la fioritura delle piante: tutto avviene quando è il momento giusto, dettato dalle leggi della natura. E così il giardiniere deve arrendersi e accettare con pazienza l’ineluttabilità del ciclo delle stagioni.
E alla fine, resta solo da aspettare. Non c’è davvero altro da fare, se non attendere che il sole sciolga la neve e la primavera torni a fiorire.