Il Negombo nel Tempo

Il Negombo nel Tempo

di Pasquale Raicaldo

770 a.C.

Riparata dalla collina di Montevico, che ha svelato la millenaria storia dell’isola d’Ischia, già Pithekoussai. A poche decine di metri dal quartiere metallurgico di Mazzola, dove gli antichi Eubei avevano insediato le loro officine per la lavorazione di ferro, bronzo e metalli preziosi. Al di sopra di una necropoli, che restituì peraltro la celebre Coppa di Nestore, oggi custodita a Villa Arbusto, tra gli esempi più antichi di scrittura greca.

La baia di San Montano custodisce un mondo di meraviglia.

Un trionfo di macchia mediterranea, le falesie che testimoniano l’effervescenza geologica di un territorio vulcanico, il mare verde smeraldo e, soprattutto, l’attività termale del sottosuolo ne fanno – sin dalla notte dei tempi – un vero e proprio “unicum”, la cui tutela e la cui salvaguardia costituiscono un imperativo categorico per il futuro dell’isola.

1946

Se c’è un luogo che – più di tutti – sembra infatti sintetizzare la variegata bellezza di Ischia esaltandone archeologia, biodiversità, termalismo e persino riti e tradizione – è senz’altro questo lembo di terra nel comune di Lacco Ameno, il cui straordinario appeal è cresciuto negli ultimi lustri grazie soprattutto alla lungimiranza della famiglia Camerini.

A cominciare da Luigi Silvestro che, con la fine della guerra, sbarcò sull’isola da convinto antifascista, reduce dal confino sull’isola di Ponza e figlio del progressista e illuminato Paolo, che aveva contribuito in modo determinante allo sviluppo industriale del Veneto.

Della baia di San Montano Luigi Silvestro si innamorò a prima vista, animato dal sogno di riprodurvi in parte la baia del Negombo, che aveva ammirato sulla costa occidentale dell’isola di Ceylon. E ci riuscì, a partire dagli anni ’40, dapprima acquistando da più proprietari una serie di apprezzamenti, poi costituendo la società Cinarime e, soprattutto, difendendo la baia dai rischi dell’aggressione dello sviluppo turistico, che a partire dagli anni Cinquanta interessò le coste italiane e non risparmiò la stessa isola d’Ischia.

Il progetto del suo “Residence” era, in anticipo sui tempi, pienamente ecosostenibile e in perfetta armonia con la vegetazione della baia. Ma la pratica, approvata a Roma, finì con l’essere insabbiata a Roma.

1954

Quella della baia di San Montano è la lunga storia di un angolo di bellezza strenuamente difesa dai rischi del cosiddetto ‘overtourism’ e il cui sviluppo, proseguito con strenua e tenace fermezza da Paolo Fulceri Camerini, figlio di Luigi Silvestro, rappresenta un piccolo, grande miracolo di buona gestione.

Infittita negli anni con continue piantumazioni, la baia aveva registrato la nascita dello stabilimento nel 1954, con la prima licenza alla società BRSM, e nel 1959 la licenza edilizia per il ristorante bar San Montano.

1960

L’idea del parco termale del Negombo – nella sua concezione attuale, che con la varietà delle sue piscine immerse in un contesto naturalistico di così alto pregio ne fa una delle perle dal’appeal internazionale dell’isola d’Ischia - si concretizzò nel 1971, poco prima della prima concessione demaniale, rilasciata dal ministero dopo i diritti aragonesi.

1980

Alla gestione di spiaggia, ristorante e Parco provvidero, dai primi anni Settanta al 1981, Paolo Fulceri Camerini e Inger Jonsson, soci ed amministratori della società BRSM.

Dal 1981 Fulceri Camerini assunse la piena titolarità della gestione, affidando l’amministrazione a Marco Castagna.

Ma da sempre il connubio tra i Fulceri Camerini e questo privilegiato lembo di terra è sembrato tradursi nel desiderio di tutela, valorizzazione e salvaguardia della baia: già nel 1978 la Provincia aveva autorizzato la Cinarime a provvedere alla manutenzione e alla pulizia del belvedere di San Montano.

Dagli anni Ottanta, complice l’appassionata opera di Paolo, l’impegno della famiglia è diventato garanzia di sviluppo sostenibile della baia. A cominciare da un primo, significativo ripascimento dell’arenile, avviato nel 1986 e completato negli anni seguenti, con l’aggiunta di 4500 metri cubi di sabbia che hanno dato un nuovo volto a un arenile che andava pericolosamente assottigliandosi. Un intervento di pubblica utilità interamente a carico di un privato: perché questa è soprattutto una storia di responsabilità.

1990

Che si traduce anche nella pedonalizzazione dell’ultimo tratto di strada San Montano, nel 1992, e soprattutto nella soluzione definitiva al caos del “parcheggio selvaggio” che imperversava a ridosso dell’arenile: per scongiurarlo, Fulceri Camerini mette a disposizione il “parcheggio Califfo”. Le auto e gli scooter si allontanano dall’ultimo tratto della tratta e l’ordine torna a regnare sovrano.

1997

Un secondo ripascimento arriva nel 1997: l’arenile, che il gioco delle correnti e l’impossibilità di una rigenerazione naturale a monte della spiaggia ridimensionano periodicamente, torna ad allargarsi.

E ancora: per migliorare la viabilità su una strada morfologicamente complicata, Immobiliare Cinarime cede una striscia di terreno della Strada Provinciale Lacco Ameno che conduce alla spiaggia: l’allargamento conseguente della carreggiata risolve così il problema dell’incolonnamento delle auto nei punti nevralgici.

2000

Nel 2001 si avvia un terzo ripascimento dell’arenile: un intervento importante e dispendioso, la cui efficacia è ancora visibile nello stato di salute attuale della spiaggia di San Montano. Ma questa è anche una storia di legame con il territorio, con le sue tradizioni, con i suoi riti, con le sue icone: così, nel 2002, ecco realizzata un’edicola votiva per Santa Restituta, a ricordare il martirio della santa africana, le cui spoglie giunsero proprio qui, come ogni anno ricorda, alla vigilia del 17 maggio, una struggente rievocazione che prende forma sull’arenile.

2008

Il tema dell’ecosostenibilità è da sempre centrale nelle strategie di sviluppo dell’area: nel 2008, l’Immobiliare Cinarime realizza – con visionaria lungimiranza - un impianto fotovoltaico per la produzione di energia a servizio di tutta la baia. Questa è, del resto, l’isola verde: l’idea è non dimenticarsene. Mai.

Anche per questo prende forma un’isola ecologica interna, di moderna concezione, nella quale vengono convogliati e selezionati tutti i rifiuti solidi urbani che derivano dalle attività della baia: riciclare è una parola d’ordine. Questione di estetica e di etica: non si deroga.

2009

Nel 2009, una concessione demaniale autorizza la realizzazione dei bagni pubblici per la spiaggia libera: allacciati alla fogna, realizzati e gestiti dallo stabilimento San Montano, un segnale di civiltà per i fruitori della spiaggia libera.

L’uso, naturalmente, è gratuito.

Altra parola chiave, nella baia, è cura: la manutenzione straordinaria delle cabine in muratura dello stabilimento San Montano e il riammodernamento del chiosco rivelano un’attenzione alla forma, ma anche alla funzionalità della struttura e dell’intera baia.

2018

Una baia che custodisce con fierezza le sue radici, legate a un passato quasi ancestrale, ma che guarda al contempo al futuro con rinnovata fiducia, nella piena consapevolezza che la sostenibilità dei flussi turistici, il rispetto per l’ambiente – divenuto nel frattempo un tema strategico per l’intero pianeta - e per il mare e l’apertura alle nuove tecnologie siano aspetti complementari di un domani che è già dietro l’angolo.

Come confermano l’installazione della rete in fibra ottica, che dal 2018 garantisce connessione WiFi libera per la clientela del Negombo, e la realizzazione, nel 2020, di due punti di ricarica per auto elettriche nel parcheggio a disposizione del pubblico che frequenta la baia di San Montano.

2020

E c’è da giurare che questa straordinaria vicenda di attaccamento all’isola e a uno dei suoi luoghi più rappresentativi, l’intreccio tra una famiglia - i Fulceri Camerini – e un luogo così iconico continuerà, malgrado ostacoli d’ogni tipo e legacci burocratici, a tradursi nella più efficace garanzia per il presente e il futuro della baia di San Montano.

L’amore per il territorio, la visione del suo sviluppo, una difesa appassionata dalle insidie della contemporaneità.

Per continuare a raccontare una millenaria storia di fascinazione, rinverdendola con cura.

2022

Ogni giorno, ogni anno