Kapok (Ceiba Pentandra)

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Mi presento: sono il kapok, uno degli alberi più maestosi che potrai mai incontrare. Sono famoso in Africa, ma le mie origini risalgono alle foreste tropicali del continente americano, e oggi sono anche l’orgoglio nazionale del Guatemala e di Porto Rico. A prima vista, posso sembrare un gigante tranquillo, ma nascondo molto più di quanto si possa immaginare.

Quando sono giovane, il mio tronco è di un verde brillante, liscio e piacevole al tatto. I miei rami, ornati di piccole spine coniche, si dispongono in eleganti strati orizzontali. Ma non mi fermo mai a lungo in questa fase. Cresco rapidamente, e col tempo lascio cadere i rami più bassi per sviluppare un tronco robusto e grigio, rinforzato da enormi radici a contrafforte che si allargano alla base, dandoti l’impressione che stia abbracciando la terra con forza.

Una volta raggiunta l’età adulta, sono un vero e proprio ecosistema. I miei rami sono come condomini affollati: piante aeree, insetti, uccelli e altre creature trovano rifugio tra le mie fronde. Nei periodi di siccità perdo le foglie, ma questo non significa che mi fermo. Non fiorisco ogni anno, ma quando lo faccio, è uno spettacolo da non perdere.

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I miei fiori gialli e cerosi sbocciano in mazzetti sui rami spogli, quasi come se fossero artificiali. E la notte, durante la fioritura, rilascio fino a 10 litri di dolce nettare che attira pipistrelli da chilometri di distanza. Questi piccoli volatori, impollinandomi, giocano un ruolo cruciale nella mia riproduzione. Il risultato? Centinaia di baccelli a forma di navicella, pieni di semi, che pendono dai miei rami.Quando i baccelli maturano, passano dal verde al color cuoio e si aprono, rivelando una soffice massa di filamenti setosi che custodiscono i semi. Da qui nasce il mio soprannome: “albero del cotone”. Questi filamenti, la mia fibra di kapok, sono incredibilmente leggeri, idrorepellenti e capaci di assorbire grandi quantità di olio. Un tempo venivano usati per imbottire giubbotti di salvataggio e altri oggetti che richiedevano galleggiabilità e resistenza all’acqua. Oggi sono apprezzati come imbottitura per cuscini, materassi e giocattoli, grazie alla loro capacità di respingere muffe, insetti e roditori.Ma non è solo la mia fibra a rendermi speciale. Sono anche un simbolo sacro. In Sierra Leone, ad esempio, il mio grande albero a Freetown è venerato come luogo di preghiera e riflessione. Sotto le mie fronde, gli ex schiavi liberati trovarono riparo e ringraziarono per la loro libertà. Oggi, le persone continuano a venire da me, chiedendo pace e prosperità per le loro famiglie, offrendomi preghiere e piccoli doni. In tutta l’Africa occidentale, mi considerano una dimora per gli spiriti, e i guaritori locali mi usano come punto d’incontro per curare la mente e l’anima delle persone. Sotto la mia ombra, i problemi si dissolvono, e la comunità trova sollievo, quasi come in una sorta di terapia di gruppo.

Insomma, sono molto più di un semplice albero. Sono una casa per la natura, un simbolo di libertà e speranza, e un guardiano della saggezza antica.

Al Negombo di Ischia è presente in diverse zone; nel parcheggio con due esemplari già in fioritura; uno introdotto da Ermanno Casasco e l'altro regalatoci da Michele Iacono dai Maronti; e un giovane esemplare nell'aiuola di ingresso, comprato ad Ipomea del Negombo del 2018.