1991-L'isola d'Ischia quarta parte

prof.Massimo Mancioli

Quarta parte edizione del 1991

L'isola d'Ischia: cenni storici, miti, realtà, dall'antico Mondo Mediterraneo ai nostri giorni

Con il decadimento dell'Impero, il progressivo disfacimento della Civiltà Classica, l'avvento del Cristianesimo, i "Secoli bui", le cure termali furono praticamente cancellate dalla realtà corrente in tutto il Mondo occidentale. Come ricorda F. Zevi, già nel 270 d.C, il filosofo Plotino, nello scenario ormai spettrale delle predilette ville flegree di Simmaco, il '"gran silenzio" di Bauli, "il Lucrino tacito", lo squallore di quella che era stata l'eccelsa Baia, scriveva al fratello, che era rimasto a Roma, "la solitudine di Baia mi pesava moltissimo... e così ho preferito Pozzuoli.

Nell'isola d'Ischia, ora divenuta Insula Maior, per il rapido sprofondamento (A. Rittmann) a 7-8 metri sotto il livello marino della cittadina di Aenaria, con conseguente distacco dall'attuale linea costiera d'Ischia Ponte della rocciosa collina ove sorge il Castello Aragonese (Insula minor), le pratiche termali, sia pure in forme rudimentali, non furono mai abbandonate del tutto.

Questa sorprendente continuità nelle pratiche curative ischitane è un fatto piuttosto raro nella Storia del Termalismo: non si trattava soltanto, infatti, di superare una situazione politico-militare e socio-economica generale disastrosa, che impediva ogni atto di vita civile nel Continente, ma anche di non tener conto della nuova "forma mentis" cristiana, che, assai più che alla salute ed alla bellezza del corpo, era tesa al conseguimento di valori spirituali.

Con il risveglio della Civiltà Umanistica e con il Rinascimento, l'interesse per Ischia e le sue sorgenti termali riprende gradatamente un ruolo sempre più importante. Agli inizi del sec. XVI la presenza di Vittoria Colonna, sposa (e, presto, vedova) di Don Ferrante d'Avalos, Signore del Castello Aragonese, costituì certamente un elemento positivo di rilevante importanza nella rinascita del termalismo ischitano.

Come poetessa, oltre che come Principessa di Casa Colonna, Vittoria era in relazione con il fior fiore del reame di Napoli e dell'ambiente intellettuale romano e fiorentino. E' ben noto l'affettuoso legame fra Vittoria e Michelangelo; molto interessante, anche, la sua amicizia - da diligente pupilla - col romano Ludovico De Varthema che, appunto all'inizio del XVI sec., aveva dedicato alla Duchessa di Montefeltro, madre di Vittoria, un suo famoso libro di viaggi "Itinera", nel quale descrive, per primo, la Mecca e lo Yemen.

Nell'edizione moderna di questo libro (edizioni Alpes, Milano, 1928) è riprodotta una lettera del De Varthema a Vittoria, scritta nell'inviarle il volume: se ne deduce chiaramente la curiosità "tutta rinascimentale" dell'allora giovane donna verso una più approfondita conoscenza del "Mondo fisico". E' probabilmente, in quest'ottica rinascimentale che Vittoria e la sua Corte 'interessarono alle sorgenti idro-termali ischitane: il concetto antichissimo "bellezza-salute-bellezza" stava riprendendo vigore...

Non molti anni dopo, nel 1588, proprio per soddisfare le richieste e le esigenze della sua clientela elitaria, Giulio Iasolino, da Tarsia, professore di Anatomia presso l'Università di Napoli, scrisse non in latino, come era abituale in opere scientifiche, ma in"volgare" per facilitarne l'uso pratico, un libro veramente fondamentale sul Termalismo ischitano: "De' rimedi naturali che sono nell'isola di Pithekusa, hoggi detta Ischia". In realtà tra la stesura del libro e la sua pubblicazione passò qualche anno.

Forse per questo le notizie sul termalismo ischitano riportate nell'opera di Andrea Bacci, Archiatra di Sisto V, che riguarda il Termalismo di tutto il mondo conosciuto (persino quello delle neo-scoperte Americhe) sembrano in molti passi copiate dall'Opera dello Jasolino, pubblicata posteriormente, ma scritta prima dell'opera del Bacci. Probabilmente l'illustre Collega dello Jasolino si era fatto dare una copia del manoscritto originale... Tralasciando diverse opere minori, possiamo dire che il libro di Giulio Jasolino, ricco di notizie sulle sorgenti allora in attività, e - nel livello medico culturale dell'epoca - di annotazioni, suggerimenti, casi clinici, ecc., restò per oltre due secoli il testo base dell'Idrologia Medica isolana ed ebbe, in numerose edizioni, larga diffusione.

E' da notare che il risveglio del Termalismo ischitano avveniva malgrado le frequenti incursioni dei pirati barbareschi, che, addirittura, erano soliti "svernare" a Forio. In mancanza di strade lungo la costa, la zona foriana rimaneva di difficile accesso dal restante territorio isolano e quindi, "rifugio" ideale. In più, Forio, situata proprio a ponente, cioé all'origina delle brezze marine che, con assoluta prevalenza, investono l'isola, è in termini marinari in posizione di "sopravvento", posizione che, ovviamente, permette una navigazione velica molto rapida e agevole. Al ritorno delle incursioni si doveva, è vero, navigare in senso opposto, bordeggiando contro vento, ma, a "missione compiuta" la maggior lentezza della navigazione non aveva più importanza. Alla rapidità degli attacchi navali dei pirati si contrapponevano le segnalazioni a distanza fatte dalle molte torri di avvistamento che sorgevano sulle alture costiere, torri situate veramente a regola d'arte. Ad esempio, sembra impossibile, ma dalla sommità della Torre quadrata che si erge a metà costa sul promontorio di Monte Vico, a Lacco Ameno, è possibile scorgere la sommità del Castello Aragonese, a Ischia Ponte, cioé a circa 7 chilometri di distanza e malgrado vari diaframmi collinosi che si interpongono fra i due punti di osservazione. Le segnalazioni di allarme erano, quindi, in genere, tempestive sia per predisporre una difesa attiva, sia per permettere alla popolazione inerme di trovare rifugio (ad es. nel Castello Aragonese oppure sulle balze del Monte Epomeo). Una strofetta popolare, tuttora citata, dice all'incirca: "A Santa Restituta fave e piselli sò rendute (si sono induriti), i Turchi so' fujute" (sono fuggiti)..". I pirati, quindi, si rifugiavano a Forio nei mesi invernali e se ne andavano con la buona stagione (la festa di S. Restituta si celebra il 17 maggio).

Dopo l'opera dello Jasolino, bisogna attendere sino al XIX sec. per avere quello che, a tutt'oggi, va considerato il più completo libro sul Temalismo ischitano, scritto da un illustre medico Svizzero, Jacques Etienne Chevalley De Rivaz, la cui prima edizione risale al 1835. L'autore descrive minuziosamente il ricco patrimonio idrotermale isolano e sa dare, filtrando, con enorme buon senso clinico, le cognizioni medico-scientifiche dell'epoca, una guida pratica ai malati che sempre più numerosi ricorrevano alle cure termali.

Si notava, già allora, un fiorire di iniziative che allargava l'attività termale in varie zone dell'Isola. Importante, ad es., nel 1829, la valorizzazione di una nota sorgente foriana, che sgorga a Monterone e alimenta le attuali Terme Castaldi, che contribuì largamente alla fama delle cure balneo-fango-terapiche ischitane (Le moderne analisi chimiche fanno classificare questa sorgente, detta del Paolone, come minerale, iper-termale, salso-solfato-alcalino-terrosa).

Sempre in quel tempo fu costruito a Casamicciola, sotto gli auspici di Re Ferdinando II, lo Stabilimento Belliazzi che utilizza la storica sorgente del Gurgitello, conosciuta fin dai tempo di Plinio e citata dallo Jasolino (1558), dal D'Aloisio (1757) e da altri A.A. del secolo XVIII, fra cui Eucherio de Quinzii, nel suo famoso poema in esametri latini sui "bagni" ischitani ("Inarime").

Nella "grande stagione" ottocentesca tenuta a battesimo dall'opera dello Chevalley De Rivaz, s'inserisce la presenza di ospiti illustri, attratti dal beneficio delle cure termali e della cornice ambientale dell'isola. Tra questi, ricordiamo innanzitutto il grande poeta Alphonse de Lamartine, che frequentò l'isola dal 1812 al 1844, un po' per curarsi, molto per poetare. "Ogni vela portava con sè i suoi pensieri/ E fluttuavan i sogni sopra i pensieri più amari./ Ed or, seduto a prua del battello a vapore./ Ho attraversato il mare e me ne sono andato". Così scriveva al momento di lasciare l'isola, definitivamente. Ricordiamo, inoltre, che la sua celeberrima "Graziella" ambientata a Procida, fu in realtà scritta ad Ischia (l'Autore prendeva in affitto una villetta alla Sentinella,a Casamicciola, che offre uno stupendo panorama). Importante, anche, la ripetuta presenza nell'Isola (1875, '77, '79) di Ernest Renan. Il grande pensatore e scrittore, autore della celebre "Vita di Gesù".

Un quadro completo degli ospiti illustri dell'isola d'Ischia è riportato nel libro di Paul Büchner "Gast auf Ischia" (v. Bibliografia). Come osserva T. Della Vecchia, al fascino dell'Isola "persino la visionarietà di Arnold Böcklin fu debitrice ispirandogli il famoso quadro de "L'Isola dei Morti", del 1880".

Di notevole interesse storico (N. d'Ambra; G. Barbieri) il soggiorno a Casamicciola di Giuseppe Garibaldi, circa due anni dopo l'infausta giornata di Aspromonte (1862), in cui l'Eroe dei due Mondi aveva riportato una non lieve ferita ad un piede. Garibaldi, in realtà, era venuto a Casamicciola non solo per curarsi, ma anche perché stava organizzando una grandiosa impresa in Dalmazia. Una lettera che Vittorio Emanuele fece recapitare al Generale, a Casamicciola, dissuase Garibaldi dal porre in atto il suo progetto.

A partire dal 1867, Casamicciola ebbe a lungo come ospite il grande drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, che, nella quiete isolana, portò a termine alcune sue opere, fra cui il "Peer Gynt".

Il carattere internazionale del Termalismo isolano di fine secolo può essere facilmente dedotto dal fatto che nell'atrio delle più importanti Terme, ad es. le Terme Manzi, si trovavano a disposizione della clientela giornali di tutto il mondo, persino russi e americani.

Nel 1883 un violento moto tellurico distrusse gran parte di Casamicciola. Benedetto Croce, allora giovanetto, perse in quella tragica circostanza i genitori ed una sorella (lo ricorderà in un suo scritto di età matura). La ripresa del Termalismo fu volenterosa, ma lenta: le nuove esigenze turistico-alberghiere che si affermavano con l'inizio del '900 comportavano investimenti di capitali che, sotto lo shock dell'83, pareva poco saggio intraprendere.

Questa sorta di immobilismo ebbe fine nel secondo dopoguerra, negli anni '50, che vanno considerati come il giro di boa da cui prese avvio il Termalismo attuale. Fa piacere ricordare che il punto di partenza dei "tempi moderni" fu determinato da un Congresso Nazionale di Idrologia Medica, il primo del dopoguerra, nel 1947. Come Segretario dell'Associazione Medica Italiana di Idroclimatologia, l'A. ricorda molto bene le non poche difficoltà che si dovettero superare (ad es. la mancanza di carburante per i battelli) per organizzare, nel quadro del Congresso - che si svolgeva ad Agnano ed a Castellammare di Stabia - una "giornata ischitana". Dopo la visita alle Antiche Terme Comunali e quella alle Terme Militari di Ischia Porto, il Congresso si concluse al "Pio Monte della Misericordia", a Casamicciola Terme, con una lunga e particolareggiata Relazione scientifica del Prof. Cristofaro Mennella sulla Climatologia dell'isola d'Ischia. L'impressione ricevuta dai congressisti fu notevole. Sotto questo stimolo e attratti dalla "curiosità scientifica" di vedere, a Lacco Ameno, le Terme ove, nel 1917, il Premio Nobel M. Curie aveva scoperto la radioattività naturale e battezzato "Radon" il gas nobile che la produceva, alcuni congressisti presero le tre uniche carrozzelle disponibili e si recarono sul posto. Già sul battello, sulla via del ritorno, il Prof. Piero Malcovati tracciava un primo schizzo di un nuovo complesso termale che doveva mantenere il nome e la struttura esterna (un colonnato corinzio del primo ottocento) del vecchio Stabilimento "Regina Isabella". In molte sedute presso lo studio milanese dell'Architetto Gardella, progettista, fu elaborata la razionale struttura interna del nuovo impianto, che si inaugurò nel 1951. Due anni dopo il Cav. Lav. Angelo Rizzoli, subentrato con vero entusiasmo nell'iniziativa, allargò e completò il Centro Termale dotandolo anche di un lussuoso complesso alberghiero.

Questa prima moderna realizzazione segnò l'inizio del "nuovo corso" del Termalismo ischitano: gradatamente le iniziative private si estesero in tutto il territorio isolano utilizzando a scopo terapeutico gran parte del ricco patrimonio idrotermale esistente. Sorsero, anche, a caratterizzare il Termalismo isolano, numerosi Parchi Termali in riva al mare.

Fra le più recenti, importanti realizzazioni termali-alberghiere fa spicco il Grand Hotel Mezzatorre, con il suo parco ricco di pini, lecci e macchia mediterranea che si estende per ben 7 ettari sul promontorio collinoso che chiude a Nord-Ovest l'incantevole baia di San Montano. Le proprietà terapeutiche delle sorgenti della zona, la possibilità di attuare trattamenti talassoterapici e prati- che eliomarine in uno scenario incantevole, la particolare tranquillità e bellezza dell'ambiente, fanno del complesso - che fa perno su una caratteristica torre di avvistamento e difesa contro i pirati barbareschi (XVI Sec.) e sulla villa in cui Luchino Visconti trascorreva le sue giornate ischitane - un "unicum" che solo l'Isola poteva offrire.

Come nel passato, la presenza del mondo artistico-culturale è sempre molto viva nell'Isola. Con particolare interesse si ricordano, nei "ruggenti" anni '50, a fianco ai più grandi nomi del Cinema mondiale che ruotavano attorno ad Angelo Rizzoli, il massimo produttore italiano di quel tempo, numerosi artisti ed uomini di cultura che spontaneamente si raccoglievano intorno ai modesti tavoli di Maria, al Bar Internazionale di Forio: da Truman Capote al grande poeta W.H. Auden (Nota 2), ai pittori Eduard Bargheer, Aldo Pagliacci (che è anche un liutaio di gran vaglia, con i suoi violini da concerto), Leonardo Cremonini, Bolivar, Enrico d'Assia, James Dobrodzeck, Carlyle Brown, Joakino Kalkrenth, Lelò Fiaux, Werner Gilles, Giuseppe Capogrossi, Margherita e Lallo Russo, ai musicisti Sir William Walton e S. Werner Wenze, agli allora giovanissimi pittori Gino Coppa e "Peperone", a Leonor Fini.

Molti illustri amici di questi artisti frequentarono, allora, l'Isola: da Tennesse Williams a Christopher Isherwood, ad Alberto Moravia, ecc.

Ad Ischia Porto è tuttora vivo il ricordo del famoso "'barbiere-pittore" De Angelis, "il Rousseau dell'isola d'Ischia" e del pittore V. Colucci, la cui "casarella" era il centro di ritrovo di grandi artisti e attori, da Arturo Toscanini a Giancarlo Menotti, Eduardo De Filippo, Luchino Visconti, Jean Marais, Vittorio Gassmann, ecc. Molti rappresentanti della "vecchia guardia" sono ancora attivamente operanti nell'Isola assieme ad altri nomi degnidi rilievo: ad Ischia Ponte, ad es., Mario Mazzella con le sue luminose, ieratiche figure mediterranee, G. Mattera, che opera nel Castello Aragonese (ove allestisce anche periodiche rassegne d'Arte di alto interesse); la scultrice Lilo Vahl, foriana d'adozione, finissima ritrattista della "Jet society" europea, il foriano Mariolino Capuano , con il suo iperrealismo a magico contenuto, l'acquarellista, sempre foriano, Gian Luigi Verde; Giacomino Verde, scultore, autore, fra l'altro di un ottimo busto che ricorda, a Casamicciola, il Climatologo Cristofaro Mennella; la pittrice, scultrice e ceramista ticinese Sandra Bronz von Rohr con la sua raffinata, vibrante "joie de vivre"; ecc.

Mostre di notevole rilievo vengono frequentemente allestite oltre che nel Castello Aragonese, alla Villa Arbusto di Lacco Ameno. al Torrione e nel cortile del Municipio di Forio, presso la Galleria Del Monte, sempre a Forio; nella Galleria Jelasi a Ischia Ponte; ecc.

Per antica tradizione, alcune feste religiose, particolarmente sentite dalla popolazione, sono celebrate in una cornice scenografica di suggestivo rilievo. Così, ad es., la festa di S. Restituta (17 maggio), Patrona dell'Isola e, per diversi secoli, nel Medio Evo, Patrona di tutti i naviganti nel Mediterraneo. La rappresentazione dell'arrivo miracoloso del corpo della "protomartire" dalle coste africane, ove era stata immolata, alla baia di San Montano è quanto mai suggestivo. Musica in Piazza, processioni, fuochi d'artificio, luminarie con lumini a olio lasciati galleggiare sul mare e disposti a disegnare il profilo del promontorio di Monte Vico, a Lacco Ameno, si susseguono in quei giorni. A Forio, molto sentita è la festa di S. Vito (15 giugno). A Ischia Ponte la festa di S. Anna (26 luglio) dà luogo ad una suggestiva sfilata notturna di barche addobbate e al cosiddetto "'incendio" del Castello. A Ischia città viene festeggiato con particolare solennità un Santo locale: S. Giovan Giuseppe.