Maria Callas, Vittorio Gassman e Luchino Visconti
72. MARIA CALLAS
Roma, 27 luglio 1956
Cara Maria,
ancora una volta ci siamo mancati per poche ore di differenza.
Io sono arrivato a Roma verso la mezzanotte ed ho saputo che voi eravate passati nel pomeriggio. Che peccato!! Che destino!
Fatalità. Fatalità.
A parte gli scherzi, ne sono veramente contrariato. Mi avrebbe fatto tanto piacere rivederti, e rivedervi tutti e due - di ritorno da Ischia - e conoscere le tue impressioni su una località che io amo moltissimo.
Sei stata soddisfatta? Quelle acque sono magiche. E sono sicuro ne sentirai un vantaggio meraviglioso nel corso dell'annata di lavoro, perché quando si è fatta Ischia di estate la fatica - il surmenage - lo strapazzo sono cose che non si sentono più durante l'inverno. E io sono certo che anche per te, da un punto di vista del riposo e della rimineralizzazione non potrà essere stato che un successo... (come tutto quello che tu fai). Sentirai certo un vantaggio nell'affrontare la nuova stagione di lavoro - che, a quel che sento, sarà imponente.
lo ho fatto un meraviglioso giro in macchina. Pensa! Più di 8.000 kilometri al volante - ma senza nemmeno accorgermi né della lunghezza del percorso - né della fatica di guidare - talmente bello interessante vario ed emozionante il viaggio attraverso Germania, Olanda, Belgio, Francia e soprattutto Spagna. La Spagna è un paese che ti piacerebbe enormemente - piena ancora di mistero e di un fascino immemoriale. Credo sia il più straordinario paese che io conosca -oggi- e sono felice di esserci stato. Non ho mai trovato come lì - nell'arte - nel'architettura - nella pittura - nel paesaggio - tanta forza tanta poesia e tanto languore. Il sangue mussulmano e arabo scorre nelle vene degli spagnoli come un prezioso arricchimento, che da secoli ne modifica e abbellisce la razza.
E' un pò come in te - quel sospetto di orientalismo che aggiunge al tuo temperamento di artista e di donna tanto mistero e tanta forza. I giardini dell'Alhambra a Granada sono veramente i giardini della maga Armida e mi dispiace di non avertene potuto mandare che delle miserabili piccole riproduzioni. Ma penso che ti sarebbero piaciuti enormemente.
Insomma ora che sono di nuovo a Roma, con un caldo odioso - e bisogna che riprenda i progetti di lavoro in mano per l'avvenire.
Intanto ho rifiutato Aida per l'apertura alla Scala. Francamente non mi interessava per niente. Pensa un pò! La Stella! Di Stefano. Mamma mia. Chi me lo avrebbe fatto fare di prendermi tante gatte da pelare? E perché? E per chi? No - no - no - e poi no.
Ho molte proposte di lavoro a Parigi, e credo ne accetterò infine qualcuna, perché mi interessa molto di più lavorare fuori d'Italia - con gente intelligente con critica colta e aggiornata - che non qui con questi quattro fessi per i quali è come gettare perle ai porci.
A Parigi ho avuto con Locandiera un grandissimo successo e un riconoscimento che dopo dieci anni di lavoro finalmente ti consola della bestialità in patria.
Quando ci rivedremo cara Maria? Chissà. Mi sembrano secoli. In settembre io verrò certo nel Nord. Andrò probabilmente a Cernobbio da mia sorella, e sarò spesso a Milano. Spero voi sarete ancora lì e così verrò a deporre i miei omaggi ai tuoi piedi.
Per intanto ti abbraccio e ti mando mille pensieri affettuosi, unitamente a Battista, con l'affetto di sempre
Luchino