L’isola delle Sirene

L’isola delle Sirene
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I Luoghi del Confino

Estratto dal libro: L'isola delle Sirene di Rita Bosso  Demian Edizioni

Sebbene L'Isola delle Sirene sia nel suo insieme opera di fantasia, è tuttavia fortemente ancorata alla cultura e alla tradizione dell'isola di Ponza, al tempo degli eventi che vi sono narrati, Del pari, i personaggi, indicati con i loro veri nomi, sono realmente esistiti e sono tuttora ben presenti nella memoria di chi li ha conosciuti e dei loro discendenti, che ne hanno redatto una scheda sintetica. Ponza, in varie fasi della sua secolare storia, è stata luogo di detenzione e di confino; in particolare, all'epoca della vicenda narrata, sede di confino del regime fascista.
Ponza
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1. Via Roma: I "Cameroni", luogo comune di permanenza, prima di eventuali ulteriori smistamenti;

2. Via Roma: Abitazione di Tito Zaniboni (attuale Hotel Feola);

3. Via Umberto Primo: Abitazione di Pietro Nenni (attuale Ristorante Eea);

4. Via Dragonara: Abitazione del duca Luigi Silvestro Camerini;

5. Via Chiaia di Luna: Abitazione di Sandro Pertini;

6. Via Panoramica: Abitazione di Amleto Bittoni (padre di Clio Napolitano);

7. Salita Dragonara: Abitazione di Giorgio Amendola, che ne scrive nel romanzo autobiografico Un'Isola:

"La casa stava su una scalinata interna del paese. Due grandi stanze comunicanti. Una guardava sul mare. Germaine appena entrata corse al balcone (...) La casa era nuda, pareti bianche di calce, pavimenti di vecchie maioliche (...) Una casa chiara, giovane, vivace, che anticipava stili diventati di moda,e anzi banali, decenni più tardi".

Sandro Russo

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LUIGI SILVESTRO CAMERINI

(Padova 17.03.1906 – Ischia 04.11.1991)

Luigi Silvestro Camerini nasce a Padova il 17 marzo 1906, da un antico casato che ha origini dal Cinquecento. Nel primo quarto del Novecento, suo padre Paolo realizzò a Piazzola sul Brenta, nel padovano, la prima "città-impresa" di tipo misto in Italia, coniugando le numerose attività agricole svolte nella vasta proprietà terriera a quelle industriali delle fornaci per la fabbricazione di mattoni e dello jutificio. La madre Francesca era figlia di Lucrezia Marzolo De Fabiä, poetessa allieva di Giacomo Zanella, che scrisse sia in dialetto veneto che in italiano e nell'ultimo periodo della sua vita produsse anche versi d'impegno civile contro il Fascismo. Luigi Silvestro trascorre l'infanzia nella villa di Piazzola, oggi conosciuta come la "Versailles del Veneto" per la sua fastosità e imponenza; frequenta il liceo classico a Milano e poi torna a Padova per iscriversi alla facoltà di Lettere e Filosofia. A 22 anni si laurea discutendo una tesi sul Petrarca. Nel 1928 muore di leucemia l'adorata madre Francesca; questa tragedia lo segna profondamente. Nel 1933 s'imbarca sulla nave "Conte Verde" alla volta dell'Oriente. Nell'arco di sei mesi visiterà tutta la costa asiatica, dall'India fino al Giappone. Questo viaggio lo avvicina alla filosofia buddista, di cui diventa un profondo conoscitore.

The sea of italy
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Nel 1937 muore anche il padre, lasciando Luigi Silvestro unico erede di vasti possedimenti in tutto il Veneto. Alla fine del 1940 viene arrestato a Brioni, rinchiuso nel carcere di Pola per aver denigrato il regime e mandato al confino all'isola di Ponza, dove rimarrà fino all'arrivo nel '42 degli Inglesi, che lo porteranno a Capri. Li, suo malgrado, dovrà trascorrere un altro anno prima di poter tornare a casa, in Veneto.

Nel dopoguerra torna in un'altra isola, Ischia, che aveva visitato per la prima volta poco tempo prima di essere arrestato. Quell'isola gli cattura l'anima, al punto che decide di comprarvi una villa e, innamoratosi della baia di San Montano, ne inizia una lenta e paziente acquisizione, che impiegherà dieci anni per completarsi. Nell'ottobre del 1951 sposa Adria Scaglia, da cui avrà tre figli: Paolo Fulceri, Diana Lorena ed Everardo Ruy. Uomo di grande cultura, Luigi Silvestro era dotato di una prodigiosa memoria, che gli permetteva, ad esempio, di declamare interi canti della Divina Commedia senza mai saltare una terzina. Amante della letteratura italiana e straniera, conosceva quattro lingue e vari dialetti italiani, di cui era in grado di riprodurre perfettamente gli accenti. Lui stesso scrittore di versi e di prosa - in particolare testi teatrali - non ha mai voluto pubblicarli. Ha dato alle stampe, invece, tre brevi saggi: L'U.RS.S. e la croce, trasposizione di una conferenza tenuta il 4 febbraio 1945 alla Certosa di Capri, dedicata a "Tito" Zaniboni, caro compagno nell'"esilio"; un saggio di radiestesia, di cui si dilettava, dal titolo Ondes et pyramides, pubblicato a Parigi nel 1958, sotto lo pseudonimo di Comte de Nériac, sulla rivista "Initiation et science". L'ultimo saggio, Sulle acque termali di S. Montano, risale al 1975. Ma la sua opera più impegnativa rimane I Giunti tipografi editori di Firenze, 1571-1625: annali inediti con un'appendice sui bibliografi dei Giunti (Giunti-Barbera, Firenze 1979), studio che completa quello portato a termine dal padre Paolo: Annali dei Giunti: Venezia (Sansoni Antiquariato, Firenze 1962-63, 2 voll.). Appassionato bibliofilo, Luigi Silvestro trascorreva gran parte della giornata nella sua biblioteca, chino sui suoi preziosi incunaboli e cinquecentine. D'altro canto, non ha mai trascurato la salute e il proprio aspetto fisico, coltivando varie discipline sportive; tra l'altro, è stato un abile cavallerizzo e un valente spadaccino.

Nel 1937 muore anche il padre, lasciando Luigi Silvestro unico erede di vasti possedimenti in tutto il Veneto. Alla fine del 1940 viene arrestato a Brioni, rinchiuso nel carcere di Pola per aver denigrato il regime e mandato al confino all'isola di Ponza, dove rimarrà fino all'arrivo nel '42 degli Inglesi, che lo porteranno a Capri. Li, suo malgrado, dovrà trascorrere un altro anno prima di poter tornare a casa, in Veneto. Nel dopoguerra torna in un'altra isola, Ischia, che aveva visitato per la prima volta poco tempo prima di essere arrestato. Quell'isola gli cattura l'anima, al punto che decide di comprarvi una villa e, innamoratosi della baia di San Montano, ne inizia una lenta e paziente acquisizione, che impiegherà dieci anni per completarsi.

Nell'ottobre del 1951 sposa Adria Scaglia, da cui avrà tre figli: Paolo Fulceri, Diana Lorena ed Everardo Ruy.

Uomo di grande cultura, Luigi Silvestro era dotato di una prodigiosa memoria, che gli permetteva, ad esempio, di declamare interi canti della Divina Commedia senza mai saltare una terzina. Amante della letteratura italiana e straniera, conosceva quattro lingue e vari dialetti italiani, di cui era in grado di riprodurre perfettamente gli accenti. Lui stesso scrittore di versi e di prosa - in particolare testi teatrali - non ha mai voluto pubblicarli. Ha dato alle stampe, invece, tre brevi saggi: L'U.RS.S. e la croce, trasposizione di una conferenza tenuta il 4 febbraio 1945 alla Certosa di Capri, dedicata a "Tito Zaniboni, caro compagno nell'esilio"; un saggio di radiestesia, di cui si dilettava, dal titolo Ondes et pyramides, pubblicato a Parigi nel 1958, sotto lo pseudonimo di Comte de Nériac, sulla rivista "Initiation et science". L'ultimo saggio, Sulle acque termali di S. Montano, risale al 1975. Ma la sua opera più impegnativa rimane I Giunti tipografi editori di Firenze, 1571-1625: annali inediti con un'appendice sui bibliografi dei Giunti (Giunti-Barbera, Firenze 1979), studio che completa quello portato a termine dal padre Paolo: Annali dei Giunti: Venezia (Sansoni Antiquariato, Firenze 1962-63, 2 voll.). Appassionato bibliofilo, Luigi Silvestro trascorreva gran parte della giornata nella sua biblioteca, chino sui suoi preziosi incunaboli e cinquecentine. D'altro canto, non ha mai trascurato la salute e il proprio aspetto fisico, coltivando varie discipline sportive; tra l'altro, è stato un abile cavallerizzo e un valente spadaccino.

Donna Diana Lorena Camerini