Percorsi e riflessioni fra arte e paesaggio

Percorsi e riflessioni fra arte e paesaggio
Photo by Robert Lukeman / Unsplash

a cura di Marinella Mandelli e Laura Pirovano

estratto dal libro VerDesign edito da Franco Angeli, serie di architettura e design.

Il Giardino di Arnaldo Pomodoro in Lomellina e altri interventi progettati da Ermanno Casasco

Intervista al paesaggista

"Come ha affrontato il progetto per il giardino privato di Arnaldo Pomodoro in Lomellina e, in particolare, in che misura il disegno e la progettazione degli spazi sono stati condizionati dalle opere d'arte destinate a trovarvi dimora?"

L'architetto Piero Pinto, durante una visita nella casa di campagna di Pomodoro, consigliò allo scultore di far sistemare il giardino da un paesaggista e fece il mio nome. Il mio intervento, che risale a una trentina di anni fa, è stato lento e graduale e in gran parte determinato dalla collocazione nel giardino di opere d'arte. La prima scultura da ambientare fu Vortice di Nanni Valentini: mi resi subito conto che l'opera aveva bisogno di essere collocata nell'acqua per esprimere al meglio le sue potenzialità. Ecco che la necessità di collocare la scultura fu l'occasione per progettare un laghetto nel giardino. Secondo un antico adagio cinese l'acqua, infatti, dà al giardino quello che gli occhi danno al viso, cioè lumi-nosità, profondità, vivacità e vita. In un altro caso, Ascesa diagonale di Giuseppe Spagnulo, fu inserita in un boschetto di querce americane con tronco del diametro simile a quello dei tubi in corten che costituivano la scultura, in modo da stabilire una sorta di dialogo tra la vegetazione arborea e la struttura dell' opera.

Volevo dare l'impressione di una rottura, di una frammentazione improvvisa degli alberi come se, in qualche ma do, essi si trasformassero nella scultura. A volte poi l'inserimento di un opera d'arte è stato l'occasione per esprimere un tocco di ironia, quasi a voler sdrammatizzare l'importanza dell' opera stessa. È questo il caso del Grande rilievo per la Stanford University di Arnaldo Pomodoro, che si staglia su una quinta di bambù e diventa una sorta di testata della piscina, delimitandone l'area. La collocazione di altre sculture nel giardino ha richiesto in seguito diversi interventi, tutti finalizzati a creare un giusto rapporto tra lo spazio, il volume delle opere e il verde circostante.

Può illustrarci altri casi di suoi progetti nei quali la necessità di dare risalto alle singole opere d'arte è stata occasione per invenzioni progettuali?

Uno degli inserimenti di sculture più belli e riusciti è senza dubbio quello di Moto terreno solare, la grande scultura-architettura in cemento ideata da Arnaldo Pomodoro per il parco che racchiude il Simposio di Minoa, una grande sala per banchetti, vicino a Marsala. In questo caso l'opera d'arte è stata lo spunto per creare, attraverso complesse modellazioni del terreno, una scenografia che, allargando lo spazio, fosse in grado di distanziare la mole sculturale e ritardarne la visione a chi entra nel parco. Fu necessario, da un lato, rialzare il terreno per isolare dalle costruzioni adiacenti l'area destinata alla scultura e per proteggere il giardino dai venti; dall'altro formare un avvallamento per creare un grande bacino d'acqua che riflettesse come uno specchio la stessa struttura dell'opera, che pare fatta di gigantesche forme marine fossilizzate. Tutto intorno ho creato una macchia di rigogliosa vegetazione mediterranea lasciando, però, libero dal verde il terreno davanti alla scultura, in modo da formare una sorta di spiaggia dorata che richiama il colore del tufo, pietra locale. Nella progettazione del parco di Minoa non si è trattato esclusivamente di trovare una collocazione adeguata per un'opera d'arte, ma, piuttosto, di un lavoro congiunto tra artista e paesaggista. Un progetto di landscaping studiato per armonizzarsi perfettamente con la scultura: attraverso gli specchi d'acqua l'opera si riflette fino a "entrare spazialmente» nel parco.

Anche nel parco termale del Negombo a Ischia ho collocato alcune opere di artisti e ho cercato di raggiungere una giusta proporzione fra dimensione delle sculture, vegetazione e spazio circostante, in modo da rendere possibile una lettura completa di ogni singola opera, Così l'Arco in cielo di Arnaldo Pomodoro, collocato di fronte alla scalinata, diventa il portale che apre la strada alla parte superiore del giardino: nello spazio circostante, per bilanciare lo sguardo, ho diradato la vegetazione costituita da sterlizie gigantesche che avrebbero fatto apparire sproporzionata la scultura. Per ideare un'ambientazione adatta all'opera Strale di Lucio Del Pezzo ho costruito, invece, una piccola collina di terra e ho diradato la vegetazione così da avere il mare come sfondo: in questo modo l'opera appare proprio come un fulmine che arriva dalla montagna e si scarica nell'acqua. Una grotta misteriosa diventa, poi, lo spazio fantastico che accoglie Gli occhi di Laura Panno, una sorta di evocazione del mito di Polifemo. In effetti nella creazione di un giardino occorre adottare lo sguardo fantastico e immaginifico di un bambino, per ottenere un'atmosfera magica e densa di sorprese. Nel collocare una scultura nel paesaggio disegnato del giardino io cerco sempre di definire meglio il luogo e costruire la scenografia più adatta: è il caso, ad esempio, de Il volo di Giuseppe Maraniello, che ho posto su una roccia a picco sul mare nella baia su cui si affaccia il Negombo. Anche per la collocazione di un'altra opera di Arnaldo Pomodoro, Spirale aperta, in un giardino interno a Milano, tutto lo spazio verde, progettato in collaborazione con Piero Pinto, è stato costruito nei percorsi, negli spazi e nei volumi in modo che la scultura ne diventasse il punto focale.

Così l'Arco in cielo di Arnaldo Pomodoro, collocato di fronte alla scalinata, diventa il portale che apre la strada alla parte superiore del giardino...